Qual è la differenza tra comunione e separazione dei beni?
Sul documento che si presenta per sposarsi viene richiesto di scegliere fra comunione o separazione dei beni: quali sono le differenze fra i due regimi patrimoniali?
Il matrimonio è a tutti gli effetti un contratto, in cui vengono stabiliti diritti e doveri fra i coniugi. Il codice civile regola, inoltre, gli oneri economici fra marito e moglie e riguardanti i relativi figli.
La legge italiana permette due tipi di regimi patrimoniali in caso di matrimonio: la comunione dei beni e la separazione dei beni, anche se ormai va molto di moda preferire la seconda. Si pensa a tutelarsi in caso di divorzio anche con contratti redatti davanti ad avvocati matrimonialisti specializzati; ma per fare chiarezza una volta per tutte, qual è la differenza fra i due regimi?
La comunione dei beni
Secondo la legge del 20 settembre 1975, la comunione dei beni è il regime patrimoniale standard che viene applicato in caso di matrimonio, se non viene indicato diversamente. In questo caso, i beni dei due coniugi sono di proprietà comune, comprendendo però, solo gli acquisiti eseguiti durante il matrimonio.
Secondo l'art.177 del codice civile la comunione dei beni include:
- beni acquisiti dai due coniugi (separatamente o no) durante il matrimonio (automobili, case, ecc.), eccetto quelli personali;
- i frutti e i proventi dei beni propri e dell'attività separata dei coniugi;
- gli utili e gli incrementi delle aziende già appartenenti ad uno dei coniugi prima del matrimonio ma poi gestite da entrambi.
La comunione dei beni, invece, viene sciolta nei casi previsti dall'art.191 del codice civile:
- morte di uno dei coniugi;
- annullamento, divorzio o separazione;
- passaggio alla separazione dei beni;
- separazione giudiziale dei beni.
- fallimento di uno dei coniugi.
La separazione dei beni
In alternativa alla comunione dei beni, i coniugi possono scegliere espressamente, come regime patrimoniale, la separazione dei beni. In questo caso, ciascun coniuge conserva la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio.
La coppia, inoltre, può decidere di acquistare alcuni beni separatamente o in comunione, decidendo eventualmente le rispettive quote.
Questo regime patrimoniale, come quello della comunione dei beni, può essere modificato in qualunque momento attraverso una convenzione stipulata con il notaio e l'aggiunta di tale scelta sull'atto matrimoniale.
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Ma cosa succede quando in famiglia l'unico a lavorare è il marito? Cosa succede quando il marito - ripeto unico portatore - intesta un mutuo e un appartamento alla propria moglie per ragioni di comodità o amore, ma a pagarlo è sempre il marito? Cosa succede alla proprietà intestata alla moglie, in caso di separazione e divorzio? Cosa succede se il marito tramite la banca dimostra che la proprietà assegnata alla moglie e il mutuo vivente, viene pagata esclusivamente dal marito? A chi spetta la proprietà, tenuto conto che se il marito non paga il mutuo l'appartamento diventa della banca?
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Come si fa quando i coniugi sono in separazione di beni ma i beni patrimoniali (casa, un negozio) sono pagati dal conto corrente cointestato? Come dimostra l'intestatario del bene che è pagato solo da lui? In che situazione diventa bene di entrambi anche se il bene è in separazione dei beni intestato ala moglie ma pagato da entrambi?