Proposta di legge: cargiver certificato

La proposta di legge 1241 ha l’obiettivo di riconoscere e di migliorare i diritti sia dei disabili che dei caregiver.

1 MAG 2019 · Tempo di lettura: min.
Proposta di legge: cargiver certificato

Sono diverse le proposte che ultimamente sono arrivate in Parlamento sul tema disabilità e caregiver. In particolar modo, fra queste spicca la proposta di legge 1241, intitolata "Disposizioni e deleghe al Governo per la disciplina della figura del caregiver familiare e per la promozione e il sostegno dell'attività di assistenza e di cura da esso svolta”.

La figura del caregiver familiare era già stata inserita nella legge di bilancio 2018 (articolo 1, comma 255 della legge del 27 dicembre 2017, n.205). Secondo il testo, si tratta di quella “persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto […], di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.104, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata […], o sia titolare di indennità di accompagnamento […]”.

Nonostante questa definizione, il caregiver familiare à ancora una figura con pochi diritti. Eppure, in un paese dove il numero di anziani aumenta, e di conseguenza aumenta anche il numero persone che hanno necessità di assistenza e cure, le istituzioni italiane non hanno ancora creato una struttura legislativa capace di affrontare questa situazione.

La proposta di legge 1241, dunque, avrebbe l’obiettivo di riconoscere e di migliorare i diritti sia dei disabili che dei caregiver. Ecco le principali novità che potrebbe introdurre questo testo.

  • Scelta del caregiver: l’articolo 3 della proposta specifica che “l’assistito presta personalmente o attraverso l’amministratore di sostegno il consenso alla scelta del proprio caregiver familiare”. Questa scelta deve poi essere comunicata mediante un atto di nomina e presentata all’azienda sanitaria locale competente per territorio, che lo trasmette entro quindici giorni al competente ufficio dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS).
  • Certificazione del caregiver: una delle novità più importanti di questa proposta di legge è quella introdotta dall’articolo 4, riguardante la “Certificazione della qualifica di caregiver familiare”: “Entro trenta giorni dalla data di ricezione dell’atto di nomina […], l’INPS rilascia al soggetto nominato la certificazione attestante la qualifica di caregiver familiare a seguito della presentazione, secondo le modalità stabilite dall’Istituto medesimo”.
  • Livelli essenziali delle prestazioni: l’articolo 5 del testo sancisce che, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, verranno definiti i LEP (livelli essenziali delle prestazioni) nel campo sociale che devono essere garantiti ai caregiver familiari. Fra le misure di sostegno che dovranno essergli garantite ci sono, ad esempio, soluzioni di sostegno condivise nelle situazioni di emergenza personale o assistenziale; consulenze per l’adattamento dell’ambiente domestico dell’assistito; supporto psicologico nella ricerca e nel mantenimento del benessere e dell’equilibrio personale e familiare, per prevenire rischi di malattie da stress fisico e psichico.
  • Diritto di voto ai caregiver e alle persone con disabilità: l’articolo 7 della proposta di legge sancisce che “il Governo è delegato ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi in materia di garanzie per l’esercizio del voto da parte dei caregiver familiari certificati e delle persone con disabilità”, fra cui: assicurare il completo abbattimento delle barriere architettoniche nei seggi elettorali e prevedere l’adeguamento della normativa vigente per le consultazioni elettorali al fine di consentire l’esercizio del voto in forma domiciliare per l’assistito avente diritto.

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