No alla dieta vegana per i figli se i genitori sono in disaccordo

La madre, secondo l'uomo, imponeva alla minore di seguire un regime di dieta vegano, rischiando di creare danni alla crescita della figlia.

23 FEB 2018 · Tempo di lettura: min.
No alla dieta vegana per i figli se i genitori sono in disaccordo

In caso di affidamento condiviso, uno dei due genitori può imporre un regime alimentare se l'altro è in disaccordo?

Secondo il Rapporto Italia Eurispes 2018, in Italia i vegani sono lo 0,9% della popolazione, mentre i vegetariani sono il 6,2%. Il dibattito sulla dieta vegana interessa sempre più spesso anche le abitudini alimentari dei minori per questioni di salute. Oltre ai pareri medici, si è espresso anche il Tribunale di Roma, con la sentenza del 19 ottobre 2016.

Il caso

Un padre richiedeva al Tribunale di Roma di modificare il regime di frequentazione con la figlia. Nello specifico, l'uomo accusava la donna di non seguire le modalità stabilite in precedenza dal tribunale. In più, mostrava la sua preoccupazione per le abitudini alimentari della figlia. La madre, secondo l'uomo, imponeva alla minore di seguire un regime di dieta vegano, rischiando di creare danni alla crescita della figlia, così come dimostrato dagli esami pediatrici.

La donna si difendeva affermando che, in realtà, il regime della figlia era di tipo vegetariano e che anche il padre aveva accettato la scelta. In più allegava i risultati di altri esami pediatrici che attestavano la buona salute della minore.

La decisione del tribunale

I giudici del Tribunale di Roma hanno disposto innanzitutto le nuove modalità di frequentazione padre-figlia, rilevando "la presenza di elevata conflittualità tra le parti, con interruzione delle frequentazioni padre-figlia da febbraio 2016. Tale situazione è di particolare gravità in quanto potenzialmente idonea a compromettere l'equilibrio psico fisico della minore".

In seguito, hanno analizzato la questione del regime alimentare della figlia. Secondo quanto attestato dai Servizi Sociali: "al fine di valutare gli estremi della presenza di condizioni di pregiudizio con particolare riferimento al regime alimentare cui la minore è sottoposta su richiesta della madre…la signora ha prodotto a questo ufficio, servizi Educativi, una certificazione del pediatra di base, in cui viene chiesto di adottare una alimentazione di tipo vegano […] si è rivolto a questo ufficio il padre della minore il quale è contrario alla scelta della madre, considerandola dannosa per il sano sviluppo della bambina. Inoltre asserisce che tale decisione è stata presa in forma autonoma senza condivisione pure in presenza di affido condiviso".

In seguito a questa segnalazione, il Tribunale di Roma ha dichiarato che, ai sensi dell'articolo 337-ter c.c., in regime di affidamento condiviso, la responsabilità genitoriale è esercitata da entrambi i genitori e riguarda decisioni relative all'istruzione, all'educazione, alla salute e alla scelta della residenza abituale e che, in caso di disaccordo, la decisione è rimessa al giudice.

In questo caso, il tribunale ha valutato, applicando parametri di normalità statistica, che la minore debba seguire un regime alimentare privo di restrizioni alimentari, ossia quello che "maggiormente garantisca il benessere del minore". Di conseguenza, i giudici hanno previsto che la scuola faccia adottare alla minore la dieta seguita da tutti gli altri alunni, così come richiesto dal padre.

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