No ai sorpassi troppo vicini di bici e moto

Come ricorda la Corte, “nel sorpassare velocipedi e motocicli, aventi un equilibrio particolarmente instabile, il conducente deve lasciare una distanza laterale di sicurezza".

8 AGO 2019 · Tempo di lettura: min.
No ai sorpassi troppo vicini di bici e moto

La strada è un complicato equilibrio basato su diversi mezzi di trasporto che si muovono a velocità diverse e che hanno anche dimensioni diverse. È il caso della differenza fra automobili (o altri mezzi più grandi), le bici o le moto. Questi due ultimi veicoli, infatti, essendo a due ruote corrono molti più rischi in quando meno stabili. In più, se auto o mezzi pesanti non lasciano le dovute distanze di sicurezza, è possibile che lo spostamento d’aria possa causare danni se non incidenti gravi. Proprio su un caso simile si è pronunciata la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 32479/2019.

La vicenda

La Corte di Appello di Ancona, riformando parzialmente quella di primo grado, “aveva punito un uomo con un anno e sei mesi di reclusione, concessione della sospensione condizionale e riduzione della sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida a nove mesi”. Alla guida di un un autocarro, infatti, l’uomo aveva sorpassato un motociclo mantenendo una distanza assolutamente insufficiente ad assicurare alla conducente una manovra d’emergenza, che potrebbe essere stata utile a causa dello spostamento d’aria causato dal sorpasso. La donna, infine, non riuscendo a mantenere l’equilibrio dello scooter era caduta, finendo con la testa sotto le ruote dell’autocarro, decedendo immediatamente.

Durante le sentenze precedenti, i tribunali avevano ritenuto decisiva la presenza del mezzo pesante in un luogo e in un tempo non consentito ai sensi dell’articolo 148, comma 12, del Codice della Strada, riguardante il sorpasso. Non solo. L’imputato non aveva rispettato nemmeno l’articolo 148, comma 3, non tenendosi a “una adeguata distanza laterale”: “M intraprendeva il sorpasso nonostante gli elementi contrari a tale manovra, quando il motociclo si trovava a circa un metro dalla cabina, iniziava a sbandare […] la distanza laterale era stata fondamentale nell’eziologia dell’evento morte, in considerazione della natura dei veicoli coinvolti”.

L’uomo, di conseguenza, aveva deciso di impugnare la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione.

La sentenza della Corte di Cassazione

Secondo la Corte di Cassazione il ricorso è inammissibile. I giudici, scrivono nella sentenza: “M non si conformava a tali regole (art. 148, comma 3 e 12 del Codice della Strada, ndr), in presenza di un motociclo che lo precedeva nella marcia manifestando uno sbandamento e tenuto conto della distanza laterale che lo portava a spostarsi nell’opposta corsia di marcia (manovra preclusagli dalla segnaletica orizzontale), avrebbe dovuto desistere dal sorpasso e attendere di effettuarlo in un tratto stradale dove operare in piena sicurezza”.

In più, gli ermellini ricordano che, come già affermato dalla giurisprudenza della stessa Corte, “nel sorpassare velocipedi e motocicli, aventi un equilibrio particolarmente instabile, il conducente deve lasciare una distanza laterale di sicurezza che tenga conto delle oscillazioni e deviazione che le accidentalità della strada o altre cause possano rendere più o meno ampie nel veicolo sorpassato”.

I giudici della Corte di Cassazione, inoltre, hanno anche ricordato che durante un sorpasso, il conducente di un veicolo, non solo deve stare attento ma deve anche constatare che vi sia spazio libero sufficiente affinché la manovra possa avvenire senza alcun pericolo, ed evitandola, di conseguenza, se non si ha la certezza che esista lo spazio sufficiente ad escludere ogni possibilità di collisione.

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