Morte cerebrale: la definizione secondo la legge italiana

Cosa s'intende per morte cerebrale? Quali sono le leggi che regolano questa definizione?

3 MAG 2018 · Tempo di lettura: min.
Morte cerebrale: la definizione secondo la legge italiana

Quali sono le leggi italiane che regolano il concetto di morte cerebrale? Quali sono gli accertamenti medici da eseguire?

La legislazione italiana ha definito concretamente il concetto di morte cerebrale così come le procedure da eseguire per valutare l'effettiva morte di una persona. Quali sono le leggi che regolano questa definizione? La prima legge a definire il concetto di morte cerebrale fu la n. 644 del 1975, abrogata in seguito.

Tuttavia, nel corso degli anni sono intervenute altre norme che hanno modificato i parametri. La prima fu la Legge n. 578/1993, poi il Decreto del 22 agosto 1994, n.582 del Ministero della Sanità, denominato "Regolamento inerente alle modalità per l'accertamento e la certificazione di morte", seguite e aggiornate poi dal Decreto del Ministro della Salute dell'11 aprile 2008.

Secondo la normativa italiana, la morte cerebrale equivale alla "cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo". Si stabilisce che "ai fini dell'accertamento della morte la durata del periodo di osservazione deve essere non inferiore a 6 ore". Questo tempo di attesa aumenta a 12 ore per i bambini di età compresa tra uno e cinque anni e a 24 ore nei bambini di età inferiore ad un anno.

La legge italiana, inoltre, prevede tutta una serie di accertamenti per valutare la morte cerebrale di una persona.

  • Nel caso dell'accertamento della morte cardiaca, ossia "quando la respirazione e la circolazione sono cessate per un intervallo di tempo tale da comportare la perdita irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo", bisogna effettuare sul paziente un elettrocardiogramma in maniera continuativa per 20 minuti, così come indicato dalla legge 578/93.
  • Secondo la stessa legge, la morte nei soggetti affetti da lesioni encefaliche e sottoposti a misure rianimatorie si intende avvenuta quando si verifica la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo ed è accertata con le modalità clinico-strumentali definite con decreto emanato dal Ministro della sanità.

In questi casi, l'accertamento della morte cerebrale viene effettuato da:

  • un collegio medico nominato dalla direzione sanitaria composto da un medico legale o, in mancanza, da un medico di direzione sanitaria o da un anatomo-patologo;
  • da un medico specialista in anestesia e rianimazione e da un medico neurofisiopatologo o, in mancanza, da un neurologo o da un neurochirurgo esperti in elettroencefalografia. Secondo la legge, inoltre, i componenti del Collegio medico sono dipendenti di strutture sanitarie pubbliche.

Le prove da eseguire, per ben due volte, per accertare la morte cerebrale, riguardano le seguenti condizioni, così come disciplinato dal Decreto del Ministro della Salute dell'11 aprile 2008:

  • assenza dello stato di vigilanza e di coscienza;
  • assenza dei riflessi del tronco encefalico:
  1. riflesso fotomotore,
  2. riflesso corneale,
  3. reazioni a stimoli dolorifici portati nel territorio d'innervazione del trigemino,
  4. risposta motoria nel territorio del facciale allo stimolo doloroso ovunque applicato,
  5. riflesso oculo vestibolare,
  6. riflesso faringeo,
  7. riflesso carenale:
  • assenza di respiro spontaneo con valori documentati di CO2 arteriosa non inferiore a 60 mmHg e pH ematico non superiore a 7,40, in assenza di ventilazione artificiale;
  • assenza di attività elettrica cerebrale, documentata da Eeg eseguito secondo le modalità tecniche riportate nell'allegato 1;
  • assenza di flusso ematico encefalico preventivamente documentata nelle situazioni particolari previste dall'articolo 2, comma 2.

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