Diesel gate: quali rimedi per il ristoro dei danni subiti?

I proprietari di auto Volkswagen, dotate del software "truccato", possono agire contro la casa automobilistica per ottenere un risarcimento: che azioni intraprendere? quali i pro e i contro?

14 MAR 2016 · Tempo di lettura: min.
Diesel gate: quali rimedi per il ristoro dei danni subiti?

In tutto il mondo, sono almeno 11 milioni le vetture richiamate dalla Volkswagen, perché gestite da un software della centralina di controllo truccato per eludere i veri livelli di gas dei motori diesel a 4 cilindri.

Volkswagen ha detto a più riprese, anche per voce del capo del brand Vw del marchio Herbert Diess, di essere al lavoro per trovare una soluzione, sebbene ancora non si conoscono gli interventi che verranno realizzati e quali saranno le conseguenze sulle macchine coinvolte.

È presumibile che si interverrà non solo sul software ma anche sul sistema di iniezione, aggiornando l'impianto e pulendo l'intero insieme: in ogni caso il proprietario della macchina si vedrà restituire un mezzo diverso da quello acquistato, più inquinante di quanto dichiarato e forse addirittura in una classe Euro più bassa (con conseguenti potenziali limiti alla circolazione).

Intanto, tutti i possessori di automezzi (Vw, Audi, Skoda Seat) Euro 5 possono verificare se il proprio mezzo è coinvolto: basta prendere il numero di telaio, andare sul sito della casa madre e inserirlo nell'apposita "finestra" on line. Il consumatore capirà se è interessato o meno.

Quali danni per i proprietari e per gli autosaloni?

Chi ha acquistato un auto con la centralina "truccata" ha subito numerosi danni, che potranno essere quantificati in modo più preciso quando si saprà il tipo di intervento proposto dalla casa produttrice per risolvere il problema. In ogni cas,o già da ora i danni riguardano: depotenziamento delle auto, perdita del valore di mercato, rischio declassamento Euro 4/5/6 con impossibilità di circolare nelle aree a restrizione.

Senza contare i danni "immateriali", legati ad esempio all'aver acquistato una macchina più inquinante e aver così contribuito a danneggiare l'ambiente, ovvero i danni morali legati alla "truffa" subita.

Infine, per quanto concerne gli autosaloni e altri operatori professionali (noleggiatori, aziende proprietarie di flotte di vetture etc), è possibile configurare anche un danno di immagine, oltre all'evidente difficoltà di vendere o rivendere le auto incriminate.

Cosa fare?

Salvo il caso di chi ha ordinato l'auto e non l'ha ancora ricevuta (che può chiedere la risoluzione del contratto e la restituzione di quanto eventualmente pagato come anticipo), i proprietari delle auto in questione hanno subito, in sostanza, una truffa e possono agire seguendo tre strade per ottenere rimborsi e risarcimenti.

  1. Aderire a una Class Action al fine di ottenere in un unico processo il risarcimento del danno subito dai cittadini danneggiati dal medesimo fatto. In realtà tale azione collettiva non porta direttamente ad un risarcimento: se viene accolta il giudice deve solo stabilire se l'impresa vada condannata; in un secondo momento, fisserà le modalità per determinare gli importi dovuti e la procedura per attribuire il rimborso ad ogni singolo cittadino. Sarà poi una Camera di Conciliazione, costituita presso il tribunale che si occupa della causa, a gestire le procedure di rimborso individuale. Si tratta di una procedura complessa e anche portatrice di margini di rischio di fallimento, considerato che l'azione di classe può essere dichiarata inammissibile: fino ad oggi su 50 azioni di classe solo due hanno fatto ottenere ai ricorrenti i risarcimenti.
  2. Fare una denuncia penale. In questo caso, ferma restando l'eventuale condanna penale per il responsabile, ovvero in questo caso, ai sensi della Legge 231/2001 sulla responsabilità penale delle persone giuridiche, la condanna per la VW, il truffato potrà costituirsi parte civile nel processo e chiedere il risarcimento. Si tratta di un giudizio potenzialmente molto lungo.
  3. Azione civile. Appare più economico e forse più rapido promuovere un'azione civile per il risarcimento del danno.

Si consiglia vivamente di non firmare alcuna rinuncia ad azioni legali, ovvero altri documenti poco chiari che le concessionarie potrebbero sottoporre al momento della convocazione in officina per l'annunciata campagna di richiamo dell'automobile.

Nel frattempo è possibile inviare una lettera di diffida (secondo un modello che potete scaricare) e utilizzare la scheda da far compilare e sottoscrivere alle officine autorizzate incaricate del ritiro del mezzo.

Scritto da

Studio Legale Toro

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