Ddl Pillon: novità e polemiche

Un’ondata di proteste e di manifestazioni si è abbattuta sul ddl Pillon, accusato di maschilimo e di fomentare la discriminazione basata sul genere.

20 NOV 2018 · Tempo di lettura: min.
Ddl Pillon: novità e polemiche

Attualmente, è in corso l’analisi in Senato del testo del cosiddetto “ddl Pillon”, il disegno di legge promosso su iniziativa del senatore della Lega, Simone Pillon.

Il testo si intitola “Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità” e ha l’obiettivo di “dare attuazione al contratto di governo stipulato dalla maggioranza parlamentare, nella parte in cui, con riguardo al diritto di famiglia, prevede l’adozione di modifiche legislative volte ad assicurare una progressiva degiurisdizionalizzazione, così da rimettere al centro la famiglia e i genitori”.

Il senatore Pillon, famoso per le sue prese di posizione contro l’aborto e le unioni civili, ha difeso il testo e soprattutto l’introduzione della “bigenitorialità perfetta”. Bisogna ricordare che la Legge 54 dell’8 febbraio 2006 ha promosso il rapporto equilibrato fra genitori e figli, dando la priorità all’affidamento condiviso.

Quali sono le principali novità che potrebbe introdurre questo nuovo disegno di legge?

Mediazione: il ddl Pillon servirebbe a rafforzare la promozione della bigenitorialità, per evitare che uno dei due genitori venga estromesso dalla vita del figlio. Per questo, per evitare manipolazioni e squilibri all’interno della vita dei bambini, il disegno di legge punta all’obbligatorietà del processo di mediazione per le coppie con l’obiettivo di cercare un accordo sui figli. L’articolo 7 del ddl Pillon, infatti, modifica il testo dell’art. 706 ter del codice di procedura civile: “I genitori di prole minorenne che vogliano separarsi devono, a pena di improcedibilità, iniziare un percorso di mediazione familiare”.

Tempi paritetici: l’articolo 11 del disegno di legge modifica l’articolo 337 ter del codice civile: “Indipendentemente dai rapporti intercorrenti tra i due genitori, il figlio minore, nel proprio esclusivo interesse morale e materiale, ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con il padre e con la madre, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambe le figure genitoriali, con paritetica assunzione di responsabilità e di impegni e con pari opportunità”. Il piano genitoriale, dunque, stabilisce rigidamente il tempo da passare con entrambi i genitori, sancendo la permanenza di non meno di dodici giorni al mese, compresi i pernottamenti, presso il padre e la madre.

Assegno di mantenimento: il testo punta all’abolizione dell’assegno di mantenimento da elargire al genitore collocatario. Le spese verranno divise fra i due genitori in base alle possibilità economiche di ciascuno.

False denunce e alienazione parentale: gli articoli 17 e 18 del ddl Pillon puntano sulla lotta contro l’alienazione parentale. L’articolo 17, infatti, sancisce che il giudice può prendere provvedimenti nel caso in cui “pur in assenza di evidenti condotte di uno dei genitori, il figlio minore manifesti comunque rifiuto, alienazione o estraniazione con riguardo a uno di essi”. Anche l’articolo 9 del disegno di legge tende a punire, con risarcimento danni o con la decadenza dalla responsabilità genitoriale, il genitore che mette in atto “manipolazioni psichiche” o “accuse di abusi e violenze fisiche e psicologiche evidentemente false e infondate mosse contro uno dei genitori”.

Le polemiche

Ovviamente, non sono mancate le polemiche sul disegno di legge 735 sostenuto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, anche se quest’ultimo ha mostrato perplessità sul testo. Per ora, il ddl Pillon ha causato un’ondata di proteste e di manifestazioni da parte dei sindacati, delle femministe, di diverse associazioni contro la violenza di genere e dell’opposizione.

Anche l’ONU si è espressa sul tema. Una lettera delle relatrici speciali Dubravka Šimonović e Ivana Radačić, che si occupano di violenza e di discriminazione verso le donne, ha espresso una profonda preoccupazione per il testo del disegno di legge, affermando che si tratterrebbe di “disposizioni che potrebbero comportare una grave regressione, alimentando la disuguaglianza e la discriminazione basate sul genere, e privando le vittime di violenza domestica di importanti protezione”.

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