CON IL CORONAVIRUS NIENTE VISITE AI FIGLI FUORI COMUNE SE NON CON SKYPE

UN TRIBUNALE CON ORDINANZA HA IMPOSTO A UN PADRE DIVORZIATO, GIA' RAGGIUNTO DA SENTENZA A FAVORE, DI VEDERE I SUOI FIGLI VIA SKYPE

6 APR 2020 · Tempo di lettura: min.
CON IL CORONAVIRUS NIENTE VISITE AI FIGLI FUORI COMUNE SE NON CON SKYPE

Tribunali in ordine sparso - eppur tuttavia a cavallo di due provvedimenti diversi - circa le visite obbligate dal Giudice nei confronti di genitori divorziati o separati nei loro figli presso la residenza dell'altro coniuge ma in Comuni diversi.

Così succede che ad esempio, con decreto 26 marzo 2020, il Tribunale di Bari abbia negato ad un padre divorziato, già in precedenza raggiunto da sentenza permissiva in senso naturalmente differente, la visita fisica ai propri figli, residenti in Comune diverso dal proprio presso la madre.

A ciò si è giunti poiché, come argomenta il Tribunale stesso, "il diritto - dovere dei genitori e dei figli minori di incontrarsi, nell'attuale momento emergenziale,è recessivo rispetto alle limitazioni alla circolazione delle persone, legalmente stabilite per ragioni sanitarie, a mente dell'art. 16 della Costituzione ed al diritto alla salute, sancito dall'art. 32 Cost."

La motivazione in via di fatto risulta essere invece l'impossibilità di sapere e controllare se il minore, durante e a causa dell'incontro con il genitore, sia stato esposto a rischio sanitario".

Un'incertezza che però non può vietare in assoluto un contatto, seppure telematico o via cavo tra genitore più lontano e figli di minore età, tanto che il Tribunale di Bari con il medesimo decreto del 26 marzo ha provveduto a consentire "una visita virtuale", ovverosia organizzata via Skype, tra padre e figli. Già più rispettosa del D. P. C. M. preso in esame.

Non altrettanto moderno invece il Tribunale di Milano, che qualche settimana prima ha invece consentito sia la visita sia il rientro in domicilio di una madre in due Comuni diversi del Milanese, con modalità "fisiche".

Due pesi e due misure? Assolutamente no, visto che nel giro di pochi giorni sono cambiati i decreti da rispettare a livello nazionale.

Il Tribunale di Bari ha infatti fatto riferimento ad uno - del 22 marzo - che vietava gli spostamenti da Comune a Comune "salvo ragioni di lavoro, necessità e salute", e sicuramente le visite programmate giudizialmente non erano rientranti in queste tre ipotesi.

Differentemente, la madre di Milano e dintorni poteva naturalmente spostarsi da un Comune all'altro del Milanese giacché non si trattava di zone rosse così come previste dal DPCM dell'8 marzo 2020, il quale vietava sì gli spostamenti, ma al di fuori della Regione Lombardia, che era insieme al Veneto e ad alcuni Comuni delle due Regioni unica zona rossa d'Italia.

Prevale quindi il detto "Tempus regit actum". Intanto, un padre vede i suoi piccoli per skype, l'altra li ha potuti visitare a casa e tornare.

 

Scritto da

EsseGi Legal

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