Coltivazione domestica di Marijuana: è ancora reato?
Quali sono gli sviluppi in giurisprudenza? Quando è punibile? Quando si può sostenere l’uso personale? Quando la condotta è inoffensiva? Analizziamo la giurisprudenza in materia.
Preliminarmente va detto che la coltivazione di Marijuana in Italia è proibita e sanzionata penalmente dall'art. 73 del d.p.r. 309/90 però secondo la sentenza Cass. 33835/14 la coltivazione casalinga può non essere punibile se limitata ad una piantina contenente principio attivo in quantità modiche perché costituirebbe condotta inoffensiva ex art. 49 c.p.
La massima applica il principio di offensività minima che deve sempre avere la condotta concreta per essere punibile. In tal senso vi sono state anche delle pronunce di merito (Trib. Bologna sent. 144/12) in cui si sostiene che la coltivazione domestica di una piantina di canapa indiana posta in un piccolo vaso sul terrazzo di casa, costituisce condotta inoffensiva. Per completezza si segnala anche la sentenza delle Sezioni Unite n. 28605/08 nella cui massima si può leggere: "Ai fini della punibilità della coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, spetta al giudice verificare in concreto l'offensività della condotta ovvero l'idoneità della sostanza ricavata a produrre un effetto drogante rilevabile." Quindi sarà necessario analizzare caso per caso le piantine per rilevarne il peso dell'infiorescenza e il principio attivo presente, laddove questo risulti inferiore alla dose media giornaliera si potrà eccepire in giudizio l'insussistenza dell'offensività.
In pratica la coltivazione domestica rudimentale finalizzata all'uso personale di modesta e minima quantità di stupefacente costituirebbe attività estranea al concetto di coltivazione tecnicamente definito dagli artt. 26 e 28 d.p.r. 309/90 e art. 73. Secondo il prospetto riepilogativo per le principali sostanze stupefacenti, per la Cannabis (THC) la dose media singola è stabilita in 25 mg di principio attivo che può essere soggetta ad un moltiplicatore di 20 portando la quantità massima detenibile o dose media giornaliera a 500 mg.
Il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo, tetraidrocannabinolo) è il principale principio attivo della Cannabis e si trova nelle infiorescenze femminili (che da secche costituiscono la Marijuana). In genere nella Marijuana già essiccata e lavorata varia dallo 0,5 al 7% ma nelle specie ibridizzate (es. Skunk) può arrivare intorno al 16% di THC . Quindi in caso di un processo che tratti di coltivazione domestica sarà necessario eseguire una perizia sul punto poiché ad esempio esistono semi di razze differenti di Cannabis, legali anche in Italia in quanto non contenenti THC.
Va sottolineato che l'ex ministro della salute, l'oncologo Veronesi, ha affermato che la marijuana non è dannosa e che l'O.M.S. ha invitato i governi a depenalizzarne l'uso personale. Comunque sia è bene ricordare che tutt'ora la coltivazione anche se domestica è proibita e qualora si sia attinti da un procedimento penale è opportuno nominare immediatamente un legale che saprà quali strategie difensive intraprendere nominando, se necessario, un consulente tecnico per analizzare la pianta sequestrata.