Brexit: lasciamo la parola all'avvocato

Brexit: abbiamo realmente le idee chiare?

8 LUG 2016 · Tempo di lettura: min.
Brexit: lasciamo la parola all'avvocato

Sulla Brexit si è scritto e si sta scrivendo di tutto e di più, ma quello che si capisce è davvero poco.

Dopo il nostro articolo puramente informativo su questo tema, abbiamo voluto chiedere un'opinione all'Avvocato Saveria Ricci.

Da giornali e TV abbiamo appreso che:

  • la Brexit è stata voluta dai pensionati di campagna preoccupati di non trovare più le loro marche preferite di birra e di tè;
  • le classi sociali giovani e colte non volevano la Brexit;
  • sarà una catastrofe e l'Italia è coinvolta in prima linea.

Ma, se provate a chiedere a qualcuno quali siano concretamente le ragioni per cui preoccuparsi, è difficile che qualcuno risponda con chiarezza o senza ridire frasi che vanno a loro volta spiegate come "perché finisce l'Europa".

Per capirne di più abbiamo cercato dati ufficiali che potevano avere un'importanza sulla questione e li abbiamo trovati sul sito del nostro Ministero degli esteri.

Il primo dato ufficiale è che le risorse che la Gran Bretagna mette a disposizione dell'Unione Europea sono solo l'1,5% del totale. Il secondo dato riguarda l'import-export fra Italia e Regno Unito.

L'Italia nel 2014 era al 10° posto fra i paesi importatori e al 20° fra quelli che ricevono investimenti dal Regno Unito. Le esportazioni dall'Italia erano invece al 14° posto e gli investimenti al 19° con soli 5 miliardi.

Ma chi sta ai primi posti di queste classifiche?

Nel 2014 il Paese in cui il Regno Unito ha esportato di più sono gli USA, nel 2013 la Svizzera; mentre i primi fornitori del Regno Unito sono, nell'ordine: Germania, Cina e Usa. Insieme, Cina e USA, paesi al di fuori dell'Unione Europea, esportano nel Regno Unito per 5 volte i prodotti esportati dall'Italia.

stayoralive.jpg

Fonte: tjeerdroyaards.typepad.com

Questi dati cosa fanno pensare?

Sicuramente, l'essere all'interno dell'Unione Europea non è stato un canale di privilegio per i rapporti commerciali dell'Italia con il Regno Unito, per cui non sembrerebbe che ne possano risentire dalla Brexit.

E i tanti ragazzi italiani che lavorano a Londra? Subirebbero la concorrenza dei ragazzi provenienti da Paesi in cui la manodopera costa meno?

Io non credo perché questa concorrenza esiste già, avendo il Regno Unito rapporti privilegiati con l'India.

Se i nostri ragazzi trovano lavoro lì è per le loro qualità che, stando ad autorevoli statistiche internazionali, sono ancora molto apprezzate in ogni ambito.

Lascia un commento