Sussiste la possibilità di
Salve, ho quarantasette anni, dopo diversi anni in psicoterapia, ho deciso di allontanarmi dalla famiglia adottiva con cui ho vissuto da quando avevo 11 anni. La decisione è arrivata dopo l'ennesimo periodo di ferie in cui assistevo alla quotidiana violenza psicologica e verbale, in questo caso fatta attraverso sarcasmo, ironia, battute mirate a ferire, sminuire, umiliare, alla minaccia implicita di violenza fisica (per fortuna mai messa in atto),cui ho dovuto assistere dal primo giorno che sono arrivato presso di loro, attuata dal marito nei confronti della moglie, e quasi immediatamente nei miei confronti. Sin dal mio arrivo ha dimostrato distacco, gelosia, razzismo verso la nazione da cui mi hanno prelevato, disprezzo, offerto supporto solo materiale (preciso che è qualcosa che si è sempre potuto permettere), dimostrando immediatamente di non essere disposto a sacrificare tempo o energie, ha fatto di tutto per sminuire le mie capacita, umiliarmi, ha anche ribadito, una delle ragioni per cui alla fine ho deciso di tagliare i ponti con quell'ambiente, che se fossi morto in un incidente che ho avuto per lui sarebbe stata una vera fortuna. A fine luglio 2022, ha anche ribadito che non aveva bisogno di sapere se avevo bisogno di supporto economico (cosa che da che lavoro ho sempre evitato) perché avendo conoscenze nell'ufficio postale del paesino in cui abita poteva sapere il mio saldo. A fronte di questa affermazione, ho cercato supporto dalla moglie di lui, alla quale ho fatto da "marito surrogato" fornendole quel supporto morale, quell'orecchio che la ascoltava, la spalla su cui piangere, ogni qualvolta suo marito la umiliava, minacciava, faceva piangere, la quale invece mi ha aggredito, ribadendo che in quanto non sposato e con famiglia non ho alcun diritto alla privacy, e sono soggetto al loro volere, ciòl nonostante ho mantenuto un canale telefonico aperto con lei sperando di renderle più facile il mio allontanamento ma successivamente all'interruzione di Pasqua del 2023 quando ho confermato che non avrei più messo piede presso di loro per tutte le ragioni da lei ben conosciute, negli anni precedenti avevo chiarito che se la situazione fosse continuata come stava andando, viste le ricadute sulla mia salute psicologica, a Gennaio 2022 rientrato dalla pausa natalizia ho avuto un crollo depressivo, ha avviato una strategia aggressiva, sono stato insultato, mi è stato detto di tornarmene pure alla mia terra, è stato affermato che sono io a essere troppo sensibile, sono stato minacciato di denuncia alle forze dell'ordine, di essere messo sotto osservazione da un investigatore privato, di essere insensibile, di avere il diavolo in me, di cercare solo scuse, il mio lavoro di insegnante, precario di sostegno, indicato come causa della mia depressione in quanto, testuali parole, "lavori con hand*****i che stanno male", ha minaccciato di diseredarmi. Il numero di cellulare attuale è quello che usa da quando lavoro, in cui ho i ocntatti delle varie scuole e vari colleghi ed ex colleghi, nonché quello che ho messo nelle volture, nei siti istituzionali e così via, quindi cambiarlo implicherebbe delle complicazioni che preferirei evitare. A fronte del suo continuo attacco, ho prima deviato alla segreteria, successivamente bloccato i loro numeri, a questo punto lei ha iniziato a far chiamate dai numeri dei suoi parenti, o a far intervenire loro, e ha anche affermato di essere pronta a venire dove lavoro.
A fronte di questo suo atteggiamento, che va avanti, in modo episodico ossia coincidente con le varie interruzioni per vacanze scolastiche, ci sono i presupposti per una segnalazione (non denuncia) per stalking o atteggiamento persecutorio?