probabile addebito per la separazione

Inviata da Ernesto. 2 gen 2019 Separazione

Buongiorno Cari avvocati, vorrei porvi un quesito: io non sono residente nella stesa casa con mia moglie per motivi sia fiscali che di lavoro, ma ovviamente sono domiciliato, nel senso che la sera torno a dormire a casa con mia moglie e mio figlio, purtroppo ci stiamo separando; mia moglie mi ha detto che non avendo la residenza in quell'immobile potrebbe chiedermi la separazione con addebito poichè il suo avvocato si rifarebbe al all'articolo 143 codice civile ragion per cui sarebbe un verosimile abbandono di tetto coniugale sin dall'inizio del matrimonio poichè non ho mai risieduto con mia moglie nella stessa casa.
Altra situazione che si è venuta a creare è quella che mia moglie in questa fase di separazione vorrebbe circa 350 euro di alimenti per nostro figlio, 350 euro per lei in quanto disoccupata e che continui a pagare l'affitto nella casa (ove io non ho la residenza) di 500 euro al mese, a fronte di uno stipendio di 1700 euro al mese nel quale vi è già una cessione di 280 euro al mese causa un prestito pertanto il residuo sarebbe di 1480 circa al mese.
Fermo restando che a mio figlio non farei mancare nulla vorrei capire come a conti fatti riuscirei a vivere con 280 euro al mese una volta dati i soldi che recrimina mia moglie?
Un altra domanda che mi sta togliendo il sonno da molti giorni è: come calcolerà il giudice l'assegno e il mantenimento da dare a moglie e figlio? parte dalla base stipendiale di 1480 oppure sui 1700/1800 euro (accessorie)??
Inoltre vorrei capire la differenza tra separazione e divorzio e come avviene l'addebito.
Sentivo dire da un amico che se verso l'affitto alla moglie non spetterebbe l'assegno degli alimenti per lei, ma solo per il bambino, è vera questa cosa?
Ciò detto qualche altro amico mi ha spiegato che se la moglie è ha già lavorato in precedenza per giusta regola il giudice potrebbe dire di no al suo assegno, ed inoltre valuterebbe il tempo che intercorre dalla data del matrimonio fino alla data della separazione, altro dato che vorrei dirvi è quello che mia moglie ha già lavorato per molti anni con una regolare busta paga e al stessa attualmente non supera il 38 anni di età e siamo sposati da 5 anni.
Sebbene adesso si trovi inoccupata avrei scoperto inoltre che la stessa ha un libretto con dei soldi di circa 9000 euro senza che li voglia toccare, insomma la peggio l'avrei presa io??
Vorrei spiegare solo l'ultimo passaggio: Mia moglie più e più volte recrimina il fatto che io non voglio altri figli perchè economicamente poco agiati pertanto mi chiede anche per questo l'addebito.
Altra causa che scatena molti litigi è il fatto che più volte le chiedo di tornare a trovare un lavoro ma la stessa si rifiuta trincerandosi dietro il fatto che il mio stipendio basta per tutti e tre e anche per 4 e che ancora nostro figlio è piccolo, inoltre più volte mi faceva riferimento a delle norme del codice civile dove indicano che lei può non andare a lavorare ed essere mantenuta da me poichè lavoro, insomma dopo tutte queste tempeste credo inoltre di non amarla più e di non provare quanto provavo per lei.
arrivati a questo punto cosa consigliate?
Grazie attendo vostre risposte-

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Gentile Sig. Ernesto,
spero che stia bene.
Dalle numerose domande da lei formulate comprendo che il periodo che sta attraversando le crea confusione oltre che sconforto. Inoltre, separarsi e poi continuare a coabitare sotto lo stesso tetto non è certamente facile.
Ad ogni modo, per ciò che concerne la determinazione dell'assegno di mantenimento, contrariamente a quanto le ha detto sua moglie, le assicuro che solo il giudice nell'apposita sede giudiziaria ne determinerà l'importo prendendo in considerazione in primis le esigenze del minore.
Per ciò che concerne il mantenimento per la moglie anche questo verrà valutato dal giudice il quale prenderà sicuramente in considerazione la circostanza che lei paga il canone d'affitto mensilmente. Inoltre, tra i parametri che il giudice valuterà, rileverà l'eventuale attività lavorativa svolta in passato da sua moglie, nonché l'apporto fornito alla famiglia.
Le consiglio di rivolgersi ad un avvocato anche al fine di verificare la possibilità di addivenire ad una separazione consensuale e a condizioni più eque per entrambi i coniugi.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Per ulteriori chiarimenti potrà contattarmi presso lo Studio Legale The Italian Lawyer.
Avv. Eleonora Tripi

The Italian Lawyer Avvocato a Milano

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La residenza in altro luogo non comporta alcun problema ed è indifferente ai fini della separazione. Essa non determina il c.d. abbandono della casa familiare se nel corso del tempo i coniugi hanno accettato tale soluzione, soprattutto se per motivi organizzativi professionali o fiscali.
E' senz'altro dovuto il mantenimento per il figlio ma non necessariamente quello per sua moglie. Tutto dipende dall'età, dalla capacità lavorativa, dal titolo di studio e, soprattutto, dalle competenze maturate nel corso delle precedenti attività lavorative e dalle oggettive attuali opportunità di reperire un lavoro. Sarà, pertanto, il Tribunale a valutare gli elementi che lei riuscirà a fornire, ed a stabilire se a sua moglie spetta o meno il mantenimento ed, eventualmente in quale misura, sulla base del suo effettivo reddito, al netto delle spese analiticamente specificate e documentate.
In ogni caso, l'affitto, le utenze ed il condominio rimarranno ad esclusivo carico del coniuge assegnatario dell'immobile. L'assegno di mantenimento, infatti, salvo diversi accordi tra le parti, è omnicomprensivo delle spese di conduzione della casa familiare.
Le suggerisco di provare a raggiungere un accordo consensuale di separazione. Se ciò non fosse possibile, esamini attentamente, con l'assistenza di un avvocato specializzato in diritto di famiglia, la documentazione reddituale e di spesa al fine di stabilire la migliore strategia difensiva.
Cordialità.
Avv. Antonello Guido - Matrimonialista del Foro di Catania

Avv. Antonello GUIDO - MATRIMONIALISTA DIVORZISTA, DIRITTO DI FAMIGLIA Avvocato a Catania

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Gent.mo Sig. Ernesto.

In ordine alla possibilità di subire l'addebito in sede di separazione giudiziale in ragione della sua residenza non stabilita presso la casa familiare non deve avere alcun motivo di preoccupazione in quanto, nella fattispecie di cui è tema, non è un elemento idoneo ad integrare l'abbandono del tetto coniugale. In ordine all'eventuale assegno di mantenimento è evidente che l'importo richiesto da sua moglie è del tutto sovradimensionato e non tiene minimamente conto dei considerevoli esborsi di cui lei si fa correntemente carico e che sarebbero inseriti dal Giudicante nel computo delle voci deputate a comporre il prefato assegno.
Per ogni ed eventuale chiarimento sono a sua completa disposizione.
Cordialmente
Avv Fabrizio Nespeca

Avv. Fabrizio Nespeca Avvocato a Velletri

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egregio signore
concordo con il collega .
Non bisogna stare a sentire amici e falsi cultori del diritto.
Le norme sono soggette ad interpretazione caso per caso anche se fondate su principi basi.
Il giudice giudicherà in merito alle condizioni reali non su richieste abnormi del coniuge piu debole.
Pertanto si affidi ad un legale presso il suo domicilio .
La saluto
avv.Danilo Millemaci

Studio Legale Millemaci Avvocato a Messina

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Gentile Ernesto,
Per poter sciogliere il vincolo matrimoniale definitivamente deve prima separarsi ovvero il Giudice deve autorizzare i coniugi a vivere separati e dispone per questo una serie di disposizioni provvisorie per la gestione della nuova situazione tra le quali determina un assegno periodico a carico del coniuge considerato economicamente in vantaggio,in questa valutazione entrano in gioco numerevoli fattori tra cui anche l'eventuale mutuo o il tempo del matrimonio e l'apporto che ciascuno un coniuge ha dato alla vita familiare.
La concessione della casa coniugale e l'accollo della rata di mutuo vanno valutati ai fini della quantificazione dell'importo dell'assegno.
Non voler altri figli non è causa di addebito e ad ogni modo la richiesta va provata il che appare molto difficile.
Se la signora ha consapevolmente rifiutato delle proposte lavorative potrebbe essere considerato per l'assegno ma anche questo deve essere oggettivamente provato.
Naturalmente la questione va approfondita per maggiori chiarimenti.
AVV Marina Ligrani

Avv. Matrimonialista MARINA LIGRANI Avvocato a Potenza

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Buon giorno, la domanda richiederebbe una lunga risposta, mi sento di dirle che l' addebito vedo difficile che possa venir dato, sicuramente le pretese economiche di sua moglie non possono essere ritenute sostenibili. Le confermo che salvo accordi tra i coniugi sarà il giudice a fine procedimento a decidere tutto.
Le consiglio al più presto di rivolgersi ad un legale in modo da chiarire ogni suo dubbio, non esiti a contattarmi ulteriormente.
Saluti
Avv Monica Ghiloni

Monica Ghiloni Avvocato Avvocato a Carrara

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Buonasera,
Un argomento così delicato non si può trattare per iscritto.
Premesso che auspico sempre una separazione consensuale, con una giudiziale il giudice si attiene agli atti delle parti. È abilità del difensore evitare la concessione di un mantenimento a sua moglie, idonea a trovarsi un lavoro.
L'addebito è istituto obsoleto. Quanto all'abbandono del tetto coniugale è facilmente dimostrabile il contrario. Al minore il tribunale si attesta su un importo contabilizzato in base alle entrate dei genitori.
Infine non ascolti gli amici. Ogni separazione ha una sua storia.
Cordialità Avv. Paola Federici

Avv. Paola Federici Avvocato a Roma

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Egregio sig.Ernesto,Lei pone molteplici domande e provo a rispondere:a)se Lei ha assunto una diversa residenza con il consenso di Sua moglie ,meramente fittizia,n0on può parlarsi di abbandono del tetto coniugale;b)Le pretese economiche della signora sono certamente sproporzionate;c) in sede di separazione certamente si terrà conto del pagamento del canone locativo nella determinazione dell'assegno;d)specialmente in sede di divorzio si valuteranno le pregresse attività lavorative della signora e la sua età,oltre allo stato di bisogno ed al contributo fornito alla vita familiare.Se vuole la separazione si rivolga ad un avvocato per tentare di definire condizioni consensuali eque.Cordialmente avv.Alfredo Guarino Napoli

Avv. Alfredo Guarino Avvocato a Napoli

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