PEC
Da qualche tempo sto notando che diversi bandi di concorso per assunzione nella Pubblica Amministrazione hanno cominciato ad inserire come requisito per la partecipazione il possesso di un indirizzo PEC. In pratica si opera una discriminazione fra chi è dotato di un indirizzo PEC personale e chi no, escludendo dalla possibilità di candidarsi chi non ce l'ha (una PEC è sempre e solo a pagamento). Sono convinto che ciò vada contro la Costituzione che garantisce la possibilità a tutti i cittadini di candidarsi per posti di lavoro nella PA, senza distinzioni di sorta (ad esclusione degli ovvi motivi di "incandidabilità, ineleggibilità, incompatibilità"). Non si tratta di "digitalizzare" le procedure, perché pur avendo un PC, un indirizzo di posta elettronica, un browser Internet e non dovendo quindi utilizzare alcunché di cartaceo non ci si può comunque candidare senza acquistare un indirizzo PEC, questo perché queste amministrazioni pubbliche hanno indicato come "unica" modalità di candidatura l'iscrizione alla piattaforma "AsmeLab" che è possibile solo indicando un indirizzo PEC personale. E non riguarda nemmeno un requisito necessario per lo svolgimento della mansione, come potrebbe essere il possesso di una determinata patente di guida per un lavoro che consista nel guidare un determinato mezzo di trasporto, è un generico "tutti i cittadini che non hanno una PEC non possono più candidarsi a qualsivoglia bando di concorso pubblico". Ciò è per caso diventato legale? È stata cambiata la Costituzione? Se così non è, come posso fare perché io e chi come me non è un libero professionista con partita IVA e quindi, per forza di cose, con una PEC abbiamo la possibilità di partecipare a tutti i futuri bandi di concorso pubblici? Un ricorso al TAR che si protrarrà per mesi o forse anni con un esborso tutt'altro che irrisorio e senza la certezza di una vittoria finale? O c'è qualche altra via? Grazie.