Niente contro-querela? - PARTE 2

Inviata da Alessandro Tantussi. 26 ott 2015

Evidentemente non mi sono spiegato, le reciproche affermazioni "ingiuriose" (da provare che lo siano) erano pubbliche. La conversazione parallela era in una chat privata, chiusa, non accessibile al pubblico, estesa "solo" a una decina di persone. In quella chat sono volate parole ancora più grosse, sia da parte mia che da parte di altri componenti della chat. Le conversazioni private mi risulta che possano essere anche registrate, ma eventualmente per farne uso in Tribunale, non certo per diffamare le persone. Per farla breve: se in questo post io offendessi Lei, non credo che Lei potrebbe pubblicare il tutto sul Corriere della sera. Se la mia probabile controparte querelasse me per le offese, la divulgazione della conversazione privata (fra me, lei e altri) potrebbe essere di per sé motivo di querela separata (su argomento e reato diversi) in modo da evitare la inutile "controquerela" sullo stesso fatto? Se la risposta fosse Sì e ricevessi querela... mi difenderei anche rendendo pan per focaccia in modo da favorire un reciproco ritiro (salvo che il giudice adito ritenga di dover proseguire d'ufficio o archiviare d'ufficio). Diciamo pure che la mia querela sarebbe strumentale al fine dirimere una controversia assolutamente stupida ma inevitabilmente fastidiosa (ove ricevessi una querela come minacciato anche pubblicamente) e il cui esito (per quanto presumibilmente positivo) è sempre incerto per definizione.

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In linea di principio il messaggio elettronico è equiparato alla corrispondenza, con tutto ciò che segue in termini di riservatezza e divieto di divulgazione. Una chat è però qualcosa di diverso da una e-mail, per cui, prima di poter dire che la diffusione del contenuto rappresenta in sè un illecito penale, è necessario valutare nel dettaglio le modalità del fatto.
Quanto al resto, occorre precisare che giuridicamente non esiste la "controquerela" come mezzo per contestare il contenuto di una querela. Quel che si può fare è sporgere querela autonoma, se nei fatti esistono estremi di reato. Tale querela darà luogo ad un procedimento separato che solo eventualmente potrà essere riunito all'altro e che non risente obbligatoriamente degli esiti di quello. In poche parole, tutti e due i querelati possono essere condannati o assolti per i fatti a ciascuno addebitati, salvo che - per evitare il rischio di una condanna - non decidano di rimettere le rispettive querele.
Cordialmente.
Avv. Stefano Ercoli

Studio Legale Ercoli Avvocato a Pisa

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