Il reato di calunnia come si configura in realtà dei fatti?
Questo è quanto successo a mio fratello: una sera che rientrava a casa da lavoro - mio fratello si ferma a cena in una pizzeria. Era solo e per i fatti suoi. Erano appena aperti per l'ora di cena perciò la pizzeria era deserta all'interno (un solo tavolo occupato) e perciò gli addetti si spostavano (uno addetto al bancone del bar si spostava al telefono a prendere ordini poi c'era il pizzaiolo in cucina a impastare e altri due o tre camerieri fuori dal locale a mettere ordine nei tavoli di fuori). Mentre mio fratello si accomodava e decideva cosa ordinare gli si avvicina il tizio che occupava quell'unico tavolo occupato (non c'era nessuno: solo mio fratello e quest'altro). Senza motivo (preciso che mio fratello conosce il tizio in questione solo di vista perchè abitano a due palazzi di distanza e solo per nome...ma non si sono mai parlati... mio fratello dice "al massimo gli avrò detto buongiorno o buonasera tre o quattro volte in tutto e in 15 anni che abito in quella via...so solo che fa il carrozziere ma non mi servo da lui") il tizio sferra a mio fratello un ceffone in pieno viso. Accampando motivi inesistenti: in un primo momento era un'automobile la cui riparazione non era stata pagata (ma mio fratello non aveva mai portato la macchina da lui perchè mio fratello ha come unico mezzo di trasporto uno scooter...dopo ciò non era piu la macchina ma il cane che abbaiava: ma mio fratello non ha nessun cane)...Questo continuava a non voler sentire ragioni e inveiva contro mio fratello . Ovviamente non è successo niente (è stato un ceffone piu insulti) ma mio fratello il giorno dopo ha sporto querela (sapendo solo nome-cognome e indirizzo di questa persona e il fatto che avesse l'officina in fondo alla strada... mio fratello pensava non fossero elementi sufficienti e invece si). Circa un anno dopo a mio fratello perviene la citazione in udienza dal giudice di pace per riferire i fatti oggetto della querela da lui presentata. All'udienza mio fratello si è fatto accompagnare da un suo amico avvocato con l'intenzione di rimettere pure la querela (non ha interesse a continuare questo procedimento anche perchè a mezzo di terze persone ha poi coperto che il tizio ha una malattia psicotica da sempre ben curata ma poi gli era venuta la ricaduta ed era stato ricoverato qualche mese dopo). Ha solo chiesto che gli provenissero le scuse dalla persona imputata (anche a mezzo del difensore). Ma il giorno dell'udienza era presente anche l'imputato che a mezzo del suo difensore ha dichiarato di non essere intenzionato ad accettare la rimessione della querela e di voler andare avanti. Anche il giudice aveva manifestato perplessità su questa scelta e ha concesso un rinvio per trattative tra avvocati poi ha disposto che la costituzione di parte civile avvenisse entro la successiva udienza se non si addiveniva a un accordo (una cosa non capisco... che senso ha non accettare la rimessione di querela?generalmente: quando viene levata una querela il querelato dovrebbe essere contento poichè non si procede contro di lui). Circa un mese dopo da quell'udienza perviene una convocazione dai carabinieri a mio fratello in cui lo si invita a eleggere domicilio presso un avvocato poichè il tizio querelato avrebbe presentato una controquerela per calunnia (il tutto sarà poi verificato dall'avvocato che mio fratello ha nominato in quella sede: presumo sia lo stesso che lo sta seguendo anche come persona offesa nel processo dal giudice di pace). Volevo sapere: ma la querela per calunnia non dovrebbe avvenire quanto meno dopo che questo è stato condannato? se già mio fratello è intenzionato a rimettere la querela perchè quest'altro è andato a querelarlo? inoltre: mio fratello con il suo avvocato è andato a visionare il fascicolo del processo penale del giudice di pace e non c'è granchè: non sono stati rilevati nemmeno testimoni che possano aver visto il tizio che ha dato il ceffone a mio fratello.