condannato a causa della'vvocato di fiducia che non si è presentato all'udienza.

Inviata da Roberto Onofri. 14 feb 2017 Diritto processuale

Tutto risale ad una condanna nei miei confronti per violenza privata risalente al 2011. Venni a conoscenza di questo decreto eseguito solamente grazie ad una cartella di equitalia recapitatami nel maggio 2015 siccome il mio avvocato di fiducia e di famiglia, l'avv. A.A. di Cesena (purtroppo passato a miglior vita da pochi mesi) non si presentò in udienza e di conseguenza non sfruttò nemmeno l'opportunità di ricorrere; chiaramente avevo eletto domicilio presso il suo studio.
La contesa della sentenza risale ad un anno prima: mia madre era perseguitata da un condòmino che la minacciava e la perseguitava, ovviamente era iniziato un iter di querele tra i due, tale che questo sciroccato decise di tirare dentro anche me siccome difendevo mia madre ma senza mai entrare nel merito (praticamente la consigliavo nel tenere le distanze, nel chiamare il 113 quando costui vessava, e la indirizzavo a sporgere le querele), inventandosi questo avvenimento di sana pianta, si, parliamo di una cosa mai avenuta!
Costui si inventò che un sabato pomeriggio del 24 marzo 2010 gli avrei sbarrato la strada nelle scale del condominio a ridosso dell'appartamento di mia madre, con offese che oltretutto non appartengono al mio vocabolario.
Io sono assistente capo della polizia di stato da quasi 20 anni, chiaramente so come non cadere nelle provocazioni e tenermi alla larga da spiacevoli fatti analoghi, per questo può credermi che non mi sarei mai compromesso per una sciocchezza tale, anzi, al mio comando ho depositato diverse relazioni di servizio che descrivevano il comportamento di questa persona (una riferita anche allo stesso pomeriggio della sua denuncia fantasiosa), era l'unico modo che avevo per tutelarmi senza buttarmi anche io nel calderone delle querele inutili tra le due parti. tra l'altro tutte queste querele sono state tutte rimesse di comune accordo tra le due parti con la promessa che lui finisse di vessare mia madre, ma non la rimise a me per me: nel caso delle ingiurie (oggi depenalizzate), e soprattutto non potè rimetterle per la violenza privata in quanto non remissibile.
Ho pochi documenti a riguardo, ma non credo che lui potesse avvalersi di testimoni giacchè si sarebbero macchiati di falsa testimonianza, io invece ho depositato una relazione di servizio, quella riferita allo stesso giorno, e potevo avvalermi di mia madre (ahimè morta due anni fa) più altri condomini che erano presenti in casa ed non hanno udito nessun litigio nella tromba dell scale.
Tornado al problema con l'avvocato, non ho nemmeno l'originale del verbale di elezione del difensore proprio perchè lo consegnai alla sua segretaria, inoltre in quel periodo eravamo saltuariamente ricevuti da lui proprio per le diverse querele tra mia madre ed il condomino e per forza di cosa avevamo parlato anche del mio caso, ne avevamo riparlato con insistenza anche nel momento che le querele andavano rimesse, che lui ci garantisse questo. L'avv. A.A. quando anni dopo apprese il disguido per la sua mancata presentazione provò a ipotizzare "...se tu avevi eletto domicilio qui allo studio io ti dovevo far firmare una lettera di delega verso noi" al quale ribattei "ma avvocato, per tutte le volte che ci siamo visti dopo che gliel'ho comunicato, secondo lei, che differenza mi avrebbe fatto firmare un foglio in più? bastava presentarmela, le occasioni non sono mancate" ovviamente non seguì replica.
Sta di fatto che sono ricorso a prestiti per pagare la pena ad equitalia in tempo per evitare more, nel frattempo mi sono interessato IO per un anno e mezzo con la loro assicurazione per essere risarcito, questo testimonia il rapporto quasi familiare e di cortesia che c'era tra lui e la nostra famiglia. Nel frattempo l'Avv. A.A. aveva promesso che si sarebbe interessato di riaprire il procedimento perchè assolutamente non volevo convivere con una condanna ingiusta per un fatto inventato, visto che la cosa stava incidendo sulla mia vita, sul mio morale e poteva influire pesantemente sulla mi professione (tipo avanzamenti di grado, conseguenze disciplinari, ecc....). Ebbene l'assicurazione per motivi veramente strani dice che non vuole rimborsare; dopo quasi 18 mesi di tira e molla l'avv. Ariberto passa a miglior vita, mi auguro, ed il mio interlocutore diventa il fratello Avv. M.A.
M.A. mette subito le mani avanti prospettandomi di prendere in considerazione di chiedere un risarcimento agli eredi (cosa che mi suona strana dato che li ho sempre conosciuti come studio associato...), io rispondo subito che in rispetto della memoria di suo fratello puntavo sulla riapertura del procedimento proprio come promesso da suo fratello. Segue un secondo incontro, all'inizio di questo mese, per dirmi che il procedimento non poteva più essere riaperto a dispetto della promessa fatta da A.A., e che se la cosa poteva interessarmi poteva sondare un eventuale accordo di rimborso tra le parti.
Avendo intuito dal tono della conversazione che si sarebbe trattato di un gioco al ribasso a mio svantaggio, ho deciso di informarmi presso alcuni avvocati: questi oltre al confermarmi la ragione in pieno, mi hanno fatto notare in aggiunta che il danno nei miei confronti non era costituito dai soli 4000€ della sanzione, ma che andavo risarcito anche per tutte le cose collaterali che mi avevano creato ed i disagi scaturiti. Purtroppo per me tutti questi avvocati erano tutti appartenenti al foro di Forlì, per tanto avevano tutti ottimi rapporti con il rinomato studio legale e con mia piena comprensione non se la sentivano di prendersi l'incarico. Il mio timore rimane quello di accettare un accordo troppo svantaggioso (sebbene io sia propenso ad una soluzione per evitare procedimenti civili), e sperare in una possibilità per risanare questa sentenza ingiusta nei miei confronti, sapendo quanto sia difficile mi sarebbe utile quantificare in linea di massimo il danno patito per potermi presentare al tavolo della contrattazione con le idee chiare, ma intendo anche tutelarmi all’occorrenza con un avvocato che non sia del foro di Forlì in modo da evitare situazioni di imbarazzo.
Cordiali saluti

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Avv. Renato Alfano

Studio Legale ALFANO Avvocato a Verona

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Avv. Ticozzi Chiara
Milano

Avvocato Ticozzi Chiara Letizia Avvocato a Milano

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