Arresti domiciliari e visite

Il provvedimento che dispone la misura cautelare degli arresti domiciliari ex art 284 c.p.p., in sé e per sé, prevede, di solito, esclusivamente il divieto di allontanarsi dal luogo in cui l’indiziato è ristretto, ossia la propria abitazione o altro luogo di privata dimora ovvero un pubblico luogo di cura o di assistenza o una casa famiglia protetta.
Altre volte, al chiaro scopo di impedire contatti con soggetti facenti parte di ambienti riconducibili al reato o che potrebbero interferire con il fisiologico corso dell’inchiesta, il Giudice può ritenere necessario porre limiti o divieti alla possibilità che l’arrestato comunichi con persone diverse da quelle che con lui coabitano o lo assistono e solo in questo caso risulta vietato ricevere visite o comunque conferire, anche avvalendosi di altri mezzi, con terzi estranei all'ambito relazionale predetto.
Ad ogni buon conto, è sempre preferibile agire con prudenza, intanto non lasciando mai fisicamente lo stretto ambito spaziale del luogo in cui si è ristretti (ad esempio non si deve conferire con alcuno nemmeno nel pianerottolo condominiale), diversamente si rischierebbe un’accusa di evasione e di vedersi aggravata la misura, persino con la sua trasformazione in custodia cautelare in carcere; inoltre evitando il più possibile contatti provenienti dall'esterno, giacché ciò potrebbe allarmare gli inquirenti e, laddove qualcuna di queste visite risultasse “sospetta”, si tornerebbe a rischiare un aggravamento della misura, anche solo sotto forma dell’imposizione di non comunicare con gli estranei.

Avv. Gianluca Bergamaschi.