Lo svincolo dei giovani calciatori a seguito della sentenza del Tribunale di Verbania

Una recente sentenza potrebbe provocare numerosi cambiamenti nel mondo del calcio.

24 APR 2015 · Tempo di lettura: min.
Lo svincolo dei giovani calciatori a seguito della sentenza del Tribunale di Verbania

Una recente sentenza, emanata dal Giudice di pace di Verbania, potrebbe provocare un autentico terremoto nel mondo del calcio e in particolar modo all'interno dei settori giovanili, numerosi anni dopo la famosa sentenza "Bosman" che ha rivoluzionato la libertà di trasferimento dei calciatori tra le società professionistiche.

La pronuncia, emanata dal Giudice Dott. Carlo Crapanzano e successivamente confermata dalla Corte di Appello, verteva sulla rilevanza del "cartellino", che vincola i calciatori appartenenti alle categorie giovanili delle società di sportive a determinati limiti e condizioni; il caso di specie, oggetto della sentenza, ha preso spunto dalla vicenda di un ragazzino minorenne che, nell'agosto 2011, firmò - insieme ai propri genitori - tale documento per poter giocare nel campionato di appartenenza coronando così il sogno di una vita.L'anno successivo la sua squadra, l'A.s.d. Virtus Villadossola, decidendo di non presentarsi al campionato costrinse tutti i giovani calciatori della rosa a "riscattare", a pagamento, il proprio cartellino al fine di potersi svincolare accasandosi così altrove; nel dettaglio, fu chiesto ai genitori del giovane ricorrente un pagamento di € 1.500,00 per poterlo "liberare", consentendogli così di poter continuare a giocare.La famiglia, rivoltasi al Giudice di Pace di Verbania tramite ricorso, ha ottenuto giustizia vedendosi riconoscere la nullità ex art. 1418 e ss. c.c. del contratto siglato tra il giovane e la società calcistica poiché, essendo questo un atto di straordinaria amministrazione, la firma del cartellino sarebbe dovuta avvenire in presenza e su autorizzazione del Giudice tutelare.

Ciò significa, dunque, che il ragazzo potrà scegliere dove giocare senza dover "acquistare" il proprio cartellino, operazione che in alcuni casi può anche arrivare a costare diverse migliaia di euro stroncando così, sul nascere, il futuro di possibili campioni sportivi non in grado di poter sostenere simili esborsi. Analizzando nel dettaglio il dispositivo della sentenza, si legge inoltre che il contratto in essere "limita la libertà del minore fino al venticinquesimo anno di età" (secondo le norme FIGC attualmente in vigore) ma, difettando di un requisito la cui mancanza è punita a pena di nullità, è da considerarsi privo di effetti tanto per l'avvenire quanto per il passato. L'atto è stato quindi annullato e la Virtus Villa ha dovuto restituire i 1.500,00 euro alla famiglia del ragazzo, pur avendo prontamente appellato la sentenza,dinnanzi la Corte di Verbania, la quale però ha confermato nuovamente le statuizioni emesse in primo grado, ribadendo l'annullamento del contratto.

Alla luce di tale sentenza, dunque, viene a crearsi un fondamentale precedente che potrebbe cambiare il destino degli oltre 600 mila ragazzi attualmente "vincolati" a società sportive dilettantistiche da contratti siglati, secondo modalità identiche a quelle della fattispecie in esame, soprattutto qualora la Federazione Italiana Giuoco Calcio (e, specificamente, la Lega Nazionale Dilettanti) non decidesse – in tempi rapidi – di trovare una soluzione capace di tutelare realmente tutte le parti coinvolte in simili vicende. E' fin troppo evidente, infatti, ad addetti ai lavori ed esperti del settore, che la quasi totalità delle società sportive approfitta dell'attuale sistema normativo per costringere, "di fatto", le famiglie dei giovani ad acquistare il cartellino di questi, al fine di consentirgli la prosecuzione della propria attività sportiva presso un'altra società: un abuso, questo, palesemente lesivo del principio della libera circolazione dei cittadini e lavoratori, sancito dall'art. 45 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, e vincolante anche all'interno dell'ordinamento giuridico italiano, che ha finalmente trovato tutela presso un giudice tricolore.

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1 Commenti
  • Lorenzo Pace

    Bell'articolo! Semplice, ben strutturato e molto chiaro: bravo Alessio!