In che cosa consiste la ''Messa alla prova''?
Emanata la legge nº67, il cui obiettivo è quello di rendere più celere la giustizia. Vediamola insieme.
In data 28.04.2014 è stata emanata la legge n 67 “Depenalizzazione, messa alla prova, nuove regole per contumacia e irreperibili", in vigore dal 17 maggio 2014 (poiché pubblicata il 02.05.2014).
Tale legge nel suo complesso è volta a modificare il sistema sanzionatorio penale al fine di rendere più celere la giustizia, di mitigare il regime sanzionatorio Italiano (tra i più i rigidi d'Europa), di trovar sanzioni diverse dalla reclusione in carcere (da infliggersi come extrema ratio), di dare una risposta legislativa al carattere rieducativo della pena.
In particolare si evidenzia come questa legge esprima la volontà di trasformare in illeciti amministrativi i reati per i quali è prevista la sola pena dell'ammenda o della multa (ad accezione di alcune categorie), di non processare l'imputato irreperibile fin quando perduri il suo stato di irreperibilità, di introdurre l'istituto della “Probation" (o messa in prova) per i reati puniti con reclusione fino a 4 anni o con pena pecuniaria o con citazione diretta a giudizio.
La probation è un sistema già usato e rodato nel campo del diritto minorile. Per determinate categorie di reati, l'imputato può chiedere la sospensione del processo con messa alla prova: l'imputato può, cioè, chiedere di svolgere lavori di pubblica utilità (in ottica di riparazione del danno alla società) o presso servizi sociali. Se l'imputato svolge il “suo programma di recupero" con esito fausto, il reato si estingue. Qualora non svolgesse con diligenza il suo programma di recupero (anche trasgredendo al programma), la misura verrebbe revocata.
Durante il periodo dell'esecuzione del “programma di recupero" la prescrizione del reato è sospesa.
L'istituto di messa in prova è un istituto introdotto anche in ottica di “giustizia riparativa". La giustizia riparativa potrebbe servire ad agevolare il reinserimento sociale del reo, che mediante il suo lavoro gratuito espletato in favore della società, cerca di riparare al reato commesso, dando prova tangibile del riconoscimento del suo errore mediante ravvedimento.
Suddetto istituto è introdotto sia nell'interesse dell'imputato, il quale può scegliere tale trattamento sospendendo il processo, sia nell'interesse di un sistema giudiziario efficiente: poiché avrebbe l'effetto di “snellire" la giustizia e, probabilmente, anche di rendere più efficaci le sanzioni comminate.
Essendo queste le ragioni di fondo, dovrebbe potersi chiedere di accedere all'istituto di “messa in prova" anche per i processi in grado di appello.