Che cos'è il contributo unificato e quando è necessario pagarlo

Il contributo unificato è il costo che l'utente deve pagare per poter adire alle vie legali. È una tassa da pagare allo Stato, stabilita dal legislatore in base al valore della causa.

25 NOV 2014 · Tempo di lettura: min.
Il contributo unificato è il costo che l'utente deve pagare per poter adire le vie legali

Per risolvere una controversia di natura giuridica (amministrativa, tributaria, civile) è consigliabile rivolgersi a un avvocato al fine di risolvere celermente la controversia e di contenere i costi che la parte deve sostenere per far valere la propria pretesa in giudizio. Per poter far valere le proprie ragioni in giudizio, infatti, è necessario pagare allo Stato il contributo unificato (e in alcune cause anche una marca da bollo).

Il contributo unificato è il costo che l'utente deve pagare per poter adire le vie legali. Cioè per poter iniziare una causa è obbligatorio pagare allo stato una tassa, stabilita dal legislatore in relazione al valore della causa ed all'organo competente a giudicare.

Oltre al contributo unificato il cittadino deve farsi carico di una marca da bollo da euro 27,00 nelle cause con valore superiore a 1.100,00 euro, nonché dei costi relativi alla notifica dell'atto. I costi relativi alla notifica dell'atto vanno calcolati in relazione all'oggetto della causa e al luogo in cui va notificato l'atto. Per gli atti di competenza del giudice di pace con valore inferiore ai 1.000,00 euro le spese di notifica dell'atto non erano dovute. Nella legge di stabilità del 2014 pare, invece, che verrà introdotto il pagamento anche di tali spese.

Il contributo unificato, le marche da bollo e le spese di notifica

Il contributo unificato, le marche da bollo e le spese di notifica sono costi "vivi" della causa. Ciò vuol dire che a queste somme vanno aggiunti i compensi per il legale di fiducia che patrocinerà la causa.

In alcune cause civili è da aggiungersi ai costi di causa, il costo della mediazione obbligatoria. Tale costo parte dai circa 100 euro nei casi di esito infausto del procedimento, fino anche a migliaia di euro a secondo del valore della causa.

Coloro i quali sono ammessi al gratuito patrocinio a spese dello stato non sono tenuti a pagare il contributo unificato (tale beneficio viene concesso a chi non ha un reddito superiore a circa 11.364,00 euro).

Alla luce del considerevole costo "vivo" dei processi è auspicabile rivolgersi prontamente ad un legale e cercare una soluzione bonaria e transattiva al fine di risolvere la controversia. In questo modo le parti, rinunciando a una piccola parte della loro pretesa, ottengono un considerevole utile in termini di tempo (un processo dura in media circa 3 anni, quindi ci vorranno almeno 3 anni per ottenere una risposta giuridica ai propri problemi, salvo casi di appello della sentenza e/o ricorso in cassazione .

In tali casi il tempo per ottenere una risposta certa si estenderebbe anche fino ai 6 o 10 anni) e di costi. Nel senso che sostenere un processo comporta un onere economico sia in termini di costi vivi che di onorari professionali, rinunciare ad una piccola parte della propria pretesa in realtà può comportare un utile economico se si considerano le spese da affrontare nel corso del processo (tra le quali vanno considerate anche le consulenze d'ufficio eventualmente disposte dal giudice oltre alle perizie eventualmente disposte dalle parti nonché gli eventuali diritti di copia).

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Avv. Roberta Zicari

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2 Commenti
  • Staff di StudiLegali

    Carissimo Vito, in merito al suo commento ti consigliamo di porre la domanda ai nostri professionisti nella sezione l'Avvocato risponde: https://www.studilegali.com/domande. Grazie mille per la collaborazione! Un saluto Lo Staff di StudiLegali

  • vito

    Buongiorno, in una causa dove sono stati citati n. 3 nominativi in merito al contributo unificato, la somma è per 3 o è in base alla somma citata?

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