Cassazione: ai ''bamboccioni'' niente mantenimento

Figli maggiorenni e non autonomi: come devono comportarsi i genitori?

14 LUG 2016 · Tempo di lettura: min.
Cassazione: ai ''bamboccioni'' niente mantenimento

Con la recente sentenza n. 12952 del 22 giugno 2016, la Corte di Cassazione ha trattato ancora una volta il tema, per dirla mediaticamente, dei "bamboccioni", ovvero i figli ultramaggiorenni ancora non autonomi economicamente.

Ce ne parla l'Avvocato Saveria Ricci.

La vicenda riguarda la richiesta di un padre divorziato di non pagare più il contributo al mantenimento di due figli ormai ultratrentenni.

Dei due una era laureata in odontoiatria ma, nonostante la laurea, aveva deciso di continuare a studiare. L'altro, invece, aveva cambiato in oltre dieci anni ben tre indirizzi di laurea, senza mai concludere adeguatamente.

La Corte, ancora una volta, non stabilisce un limite chiaro che consenta a noi avvocati di rispondere con certezza alla domanda di molti padri:

«Ma fino a quando devo dare il mantenimento a mio figlio?».

Si limita invece a sottolineare una serie di principi che di volta in volta dovrebbero aiutare a valutare la situazione concreta, continuando a lasciare un ampio margine discrezionale ai singoli giudici.

La Corte sostanzialmente afferma che i genitori hanno l'obbligo di rispettare e aiutare i figli nelle loro scelte di percorsi di studio e nelle loro aspirazioni lavorative. Tale obbligo viene meno, invece, se questi non sono altro che situazioni pretestuose dietro le quali i figli mantengono una sostanziale inerzia e non volontà di trovare un'occupazione redditizia, proprio come nel caso esaminato nella citata sentenza.

La Corte, infatti, ha stabilito che sono tante le circostanze di cui dovrà tenersi conto: il corso di studi seguito, le aspirazioni, le opportunità di lavoro avute, il mercato del lavoro.

La decisione lascia molti dubbi.

Una cosa è certa: la Cassazione non fissa un limite di tempo. Per questo motivo potremmo avere un padre novantenne obbligato a dividere la sua misera pensione con il figlio sessantenne che, essendo dotato di laurea e master, non era obbligato a lavorare.

Ad esempio, se il figlio ha studiato fino al master, non potrà certo accontentarsi di un impiego qualsiasi e, stando alla Cassazione, potrebbe aver diritto a essere mantenuto.

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