17 maggio: Giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia

In occasione di questa giornata, facciamo il punto della situazione da un punto di vista legale.

17 MAG 2016 · Tempo di lettura: min.
17 maggio: Giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia

La Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia (o IDAHOBIT, acronimo dall'inglese) è un evento voluto e sostenuto dall'Unione europea. Si celebra dal 2004 il 17 maggio di ogni anno.

L'obiettivo della giornata è incoraggiare manifestazioni di sensibilizzazione e prevenzione per ostacolare l'intolleranza e la violenza.

Riflettere su queste tematiche subito dopo l'approvazione del DDL Cirinnà, risulta estremamente interessante. Soprattutto per capire che siamo ancora piuttosto lontani dalla tolleranza e dal rispetto reali, così come dimostrato dal dossier redatto da Arcigay.

Secondo il documento, basato sul controllo costante delle fonti giornalistiche nel periodo compreso tra il 17 maggio ed oggi in Italia, in un anno ci sarebbero stati 104 episodi di omotransfobia. Come se non bastasse, di omotransfobia si muore ancora: ne sono testimonianza i due omicidi e i due suicidi che compaiono sul rapporto. Non resta che chiedersi: quanti gli avvenimenti taciuti, affondati e invisibili?

I diritti LGBT in Europa e nel mondo

In 78 stati del mondo l'omosessualità è reato. In sette di questi (Mauritania, Sudan, negli stati della federazione della Nigeria che utilizzano la sharia, Arabia Saudita, Iran, Yemen e nelle zone meridionali della Somalia) le relazioni fra individui dello stesso sesso sono perseguite con la morte. Secondo Amnesty International trasgressioni dei diritti umani, aggressioni, abusi e discriminazioni nei confronti di persone Lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate riguardano più di 40 paesi, Italia compresa.

Ma vediamo ora qual è la situazione all'interno dell'Unione Europea un po' più nel dettaglio. Faremo riferimento solo ad alcuni Stati, a titolo esemplificativo.

Austria

  • Omosessualità dichiarata: legale dal 1971
  • Riconoscimento dell'unione civile: coabitazione non registrata dal 2003, unioni civili dal 2010
  • Adozione: legale dal 2015
Belgio
  • Omosessualità dichiarata: legale dal 1795
  • Riconoscimento dell'unione civile: legale dal 2000
  • Adozione: legale dal 2004
  • Matrimonio egualitario: legale dal 2003
Danimarca
  • Omosessualità dichiarata: legale dal 1933
  • Riconoscimento dell'unione civile: legale dal 1989
  • Adozione: legale dal 2010
  • Matrimonio egualitario: legale dal 2012

Francia

  • Omosessualità dichiarata: legale dal 1791
  • Riconoscimento dell'unione civile: legale dal 1999
  • Adozione: legale dal 2013
  • Matrimonio egualitario: legale dal 2013
Germania
  • Omosessualità dichiarata: totalmente legale dal 1994
  • Riconoscimento dell'unione civile: legale dal 2001
  • Adozione: legale dal 2013 (solo stepchild adoption)
Italia
  • Omosessualità dichiarata: totalmente legale dal 1890
  • Riconoscimento dell'unione civile: legale dal 2016
  • Adozione: alcuni tribunali e la Corte d'Appello hanno ammesso la stepchild adoption ma ancora non si hanno sentenze della Corte di Cassazione.
Polonia
  • Omosessualità dichiarata: nuovamente legale dal 1932
  • Riconoscimento dell'unione civile: proposto
  • Adozione: ai single
Spagna
  • Omosessualità dichiarata: legale dal 1979
  • Riconoscimento dell'unione civile: legale dal 1998
  • Adozione: legale dal 2006
  • Matrimonio egualitario: legale dal 2005
Com'è evidente solo di recente l'Italia è uscita dal vuoto normativo, dopo la Condanna da parte della Corte di Strasburgo risalente all'anno scorso. Ma basterà? Secondo l'Arcigay no, servono leggi.

«La prima è quella contro l'omotransfobia, che da decenni chiediamo, in vigore in tantissimi Paesi d'Europa e del mondo e che giace immobile da oltre 300 giorni alla Commissione Giustizia del Senato. Ma servono anche azioni culturali e di welfare, per sgretolare ilpregiudizio e sostenere le persone fatte bersaglio dei crimini e delle parole d'odio. Non solo a Roma, quindi, ma in tutti i luoghi istituzionali va aperta una discussione seria e concreta sulle azioni che è necessario mettere in campo. Questo è l'auspicio che rinnoviamo in occasione della Giornata Internazionale e che consegniamo alle istituzioni assieme al pensiero per tutte le vittime. Anche per loro dobbiamo trasformare l'Italia in un Paese migliore».

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Scritto da

Francesca Pani

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